Alcuni consigli per gustarsi il più completo ciclo di affreschi realizzati da Giotto senza rimanere delusi.
Come organizzare la visita alla Cappella degli Scrovegni
Visitare questo capolavoro di Giotto è un’esperienza unica e per alcuni, purtroppo per loro, irripetibile. Uso questo termine perché non tutti hanno la fortuna che ho io di vederla tutte le volte che voglio.
Il tempo per godere di questa meraviglia è veramente breve: 15 minuti! Si, solo 15 minuti, qualche minuto in più se si è particolarmente fortunati. È per questo motivo che bisogna arrivare preparati altrimenti il risultato è quello di rimanere a bocca aperta, sconvolti dal blu del cielo stellato, perdendosi un sacco di cose.
Avete già prenotato il biglietto? Bene, siete già a metà dell’opera!
All’arrivo vi inviteranno a vedere il video nella sala multimediale e prima di entrare nella Cappella verrà proiettato un altro video nella stanza di attesa.
Vi racconteranno la storia della Cappella, del perché Enrico Scrovegni nel 1300 decide di chiamare il più bravo del suo tempo per affrescare quello che sarebbe stato il suo monumento funebre.
Non solo un luogo dove la bellezza la fa da padrona ma un vero e proprio percorso di redenzione e affidamento alla Madonna per espiare tutti i suoi peccati.
Io ho avuto la fortuna di ritrovare un libro dedicato alla Cappella degli Scrovegni dove, oltre alla storia, vengono spiegati gli affreschi uno ad uno. Diverse scene mi hanno colpito in modo particolare. Alcune per la loro bellezza, altre per la tenerezza delle immagini e dei particolari. Dopo vi dico quali.
Il tempo è poco ma è limitato anche il numero delle persone ammesse (circa 25-30 per turno), quindi si ha tutto il tempo di fare delle foto (senza flash e senza cavalletto), senza sgomitare e senza perdere minuti preziosi!
Io sono andata a colpo sicuro, volevo vedere alcune immagini con i miei occhi per capire se mi emozionavano proprio come lo foto del mio libro. Me le sono gustate, mi sono imbambolata lì per qualche minuto prima di passare a tutto il resto.
La mia esperienza alla Cappella degli Scrovegni
Dopo aver prenotato la visita ho ripreso in mano quel libro comprato un po’ a caso su una bancarella anni prima. Più lo sfogliavo e più mi rendevo conto della grandezza dell’opera. Un sacco di particolari da assaporare per capirne il valore e lo scopo del progetto di Enrico Scrovegni.
Quando la porta si è aperta sono andata dritta al mio primo obiettivo: l’annuncio ad Anna. Si trova nella parete a Sud del primo ciclo, in alto.
Alcuni particolari hanno attirato la mia attenzione.
Innanzitutto il tono di verde, uno dei miei colori preferiti, e quell’angelo che esce dalla parete: dà alla scena un che di straordinario.
Il viso di Anna è segnato dalla disperazione perché da mesi non ha più notizie del marito Gioacchino. L’angoscia dell’attesa che si unisce all’annuncio dell’angelo: Dio le donerà un figlio nonostante l’età avanzata.
Sono rimasta colpita anche da un altro particolare: la donna sulla sinistra intenta a filare. Un gesto non casuale ma legato simbolicamente alla nascita e alla vita.
La seconda immagine che volevo vedere da vicino (se così si può dire) è poco più in là, sempre nel primo ciclo. Mi ha commosso la tenerezza dell’incontro di Anna e Gioacchino alla Porta Aurea.
I due che si incontrano dopo molto tempo, l’abbraccio amorevole, il bacio e la mano di lei che accarezza dolcemente il viso del marito.
Una scena di festa disturbata solo da una donna vestita di nero con lo sguardo rivolto altrove rispetto alla scena principale. Una nota cupa che lascia intravedere il futuro di sofferenza riservato alla figlia che verrà e la passione di Cristo.
Dopo essermi concentrata sui miei obiettivi mi sono gustata tutto il resto!
Condizioni della Cappella
La struttura è in equilibrio precario e bisognosa di cure continue. Le minacce sono diverse.
Le vicine falde acquifere ogni tanto superano il livello di guardia e il ristagno rappresenta un pericolo che sale dal basso.
Nel corso degli anni la Cappella degli Scrovegni si è trasformata (avete notato che non assomiglia a quella rappresentata nell’immagine affrescata?). Non solo è stata tolta la copertura della facciata ma è stato demolito anche un palazzo confinante. Entrambe le cose erano come una seconda pelle, una protezione che ora non c’è più.
Infine noi. Si, noi con il nostro calore e con la condensa che produciamo siamo una minaccia. È per questo motivo che le visite sono limitate nella durata e nel numero delle persone.
Prima di andarmene è stato inevitabile dedicare un pensiero a Enrico Scrovegni.
Avete notato come è rappresentato? Come è inclinata la testa? È come se aspettasse di rimanere da solo per godersi finalmente in silenzio il cielo stellato e tutto quell’incanto.
E la tua visita com’è andata? Scrivilo nei commenti!
Alla Cappella di Giotto ci sono stata troppo tempo fa e devo ritornarci assolutamente. Ho promesso ad una collega di lavoro che l’avrei porta nella nostra prossima gita a Padova: so già che l’adorerà!
Fammi sapere che la rivedo volentieri anch’io. Ogni tanto bisogna fare il pieno di bellezza!
Un’esperienza unica ,
Sono andato do notte per vederla sotto le stelle, prima dell’igresso l’attesa fuori di Giugno sotto il cielo stellato , poi il video è l’esposione DELLA BELLEZZA DELLA CAPPELLA.
Ragazzi tenetevi forte perché il cuore a vedere questa bellezza unica andava a mille.
👍👍👍
Grazie Alfio per il tuo commento! Provo anch’io queste emozioni ogni volta che la visito 🙂