Un museo giovane ma dalle radici antiche.
Il percorso che offre il MUSME, il Museo della Storia della Medicina in Padova, è un viaggio ideale che parte dalla storia dell’ex Ospedale di San Francesco il Grande, attraversa l’importanza dell’Università Patavina con le sue scoperte e ci accompagna in una esplorazione attraverso le risposte date nel tempo dalla medicina: come è fatto il corpo umano, come funziona, come si danneggia e infine come si cura.
Non è un museo classico ma un luogo che unisce il passato al presente attraverso supporti innovativi e con modalità molto coinvolgenti.
L’età consigliata? Non c’è un limite! Si rivolge dai bambini in su finché la curiosità ci assiste.
Cosa si incontra al MUSME
L’esplorazione del Museo parte idealmente dalla storia dell’edificio che lo accoglie: il primo ospedale pubblico della città dal ‘400 al ‘700, prima della costruzione del suo successore, l’ospedale Giustinianeo.
Nell’altra stanza al piano terra viene mostrato il ruolo primario avuto dall’Università di Padova nelle scoperte scientifiche: la scuola di medicina padovana attirava studenti da tutta Europa per la sua modernità e avanguardia.
Salendo al primo piano si incontrano le 4 sale tematiche.
Storicamente il primo grande interrogativo che si è fatto l’uomo è stato come è fatto il corpo umano?
Andrea Vesalio ci introduce alla studio di come siamo fatti partendo dall’osservazione diretta dei cadaveri. Per il ‘500 era sicuramente una cosa nuova, eccezionale, da condividere anche attraversi veri e propri eventi pubblici. Mi ha colpita la grande riproduzione di un disegno che ritrae una sua lezione. È ricchissimo di simbolismi che permettono di capire l’innovazione del metodo e di come lo percepiva la società di allora.
Cambio di sala e nuovo interrogativo: come funziona il nostro corpo?
La medicina si chiede come si possono misurare i nostri parametri vitali come la pressione sanguigna o i nostri battiti cardiaci. Sono presenti delle postazioni per provare gli strumenti moderni di misurazione. Lo so già: li proverete tutti proprio come ho fatto io!
E ancora: come si guasta il corpo umano?
Prima dell’arrivo di Giovan Battista Morgagni le patologie erano riconducibili all’antica Teoria degli Umori, i fluidi umani che variando causavano malattie. Solo nel ‘700 si inizia a collegare la malattia a lesioni degli organi. In questa sala si può sbirciare nei microscopi per scoprire come sono fatti i virus più pericolosi. Nella parete opposta potete ascoltare quello che sentono i medici quando appoggiano sul nostro petto lo stetoscopio e con gli occhi rivolti in alto cercano di capire se qualcosa in noi non funziona come dovrebbe.
Infine la terapia, come guarisce il nostro corpo. Un percorso che si sviluppa dagli antichi strumenti chirurgici usati alle erbe medicinali che fin dal ‘500 venivano coltivate nel vicino Giardino dei semplici dell’Orto Botanico.
È esposto anche un esemplare di polmone d’acciaio. Vedendolo da vicino mi ha fatto pensare alla sofferenza delle persone che per sopravvivere dovevano passare lì dentro gran parte della loro vita.
Per concludere la visita un salto a salutare l’omone Vesaliano.
Con il suo corpo di 8 metri e sua voce ci mostra come siamo fatti e come funzioniamo. Diciamo che non si limita solo a questo ma fatevelo raccontare dalle guide del MUSME.
Com’è visitare il MUSME
La visita è unica!
Il passato incontra il presente. Riproduzioni di libri antichi che si possono sfogliare come un tablet. Portali virtuali che si attivano bussando e fare la conoscenza dei i personaggi che hanno fatto la medicina moderna.
Tutto si può, anzi, si deve toccare!
Non si passa da un espositore a un altro ma si è coinvolti da proiezioni, da quiz anche osservando dal vero organi umani.
In una sezione ben segnalata ma in posizione defilata sono esposti alcuni reperti autentici di anatomia patologia. Non è per tutti e la sconsiglio ai più sensibili. Io ero incerta se vederla o meno ma quando mi hanno spiegato non erano lì per soddisfare il gusto morboso per le stranezze ma per mostrare patologie eccezionali, ho accettato e affrontato la sala con lo spirito giusto.
La struttura del MUSME
Dopo il restauro rimangono solo le tracce del quattrocentesco Ospedale di San Francesco Grande. Alzando lo sguardo si possono vederne ancora le travi decorate dei soffitti.
Da quando fu abbandonato a fine ‘700 per il nuovo ospedale Giustinianeo (che tra l’altro si vede anche da una finestra come un’ideale passaggio di consegne), ha subito diverse destinazioni. Alcune decisamente mortificanti per la sua importanza. Un restauro fortemente voluto per farlo diventare il Museo della Storia della Medicina ancor prima di avere la disponibilità delle collezioni da esporre.
Io ci ho trascorso un paio d’ore senza accorgermi del tempo che passava. Consiglio di farlo in compagnia, adulti o bambini non importa. Ognuno avrà la sua chiave di lettura e di percezione ma il coinvolgimento è assicurato.
Durante la vista al MUSME tutti i sensi, tranne il gusto (credo), vengono stimolati: video, modelli tridimensionali da toccare e perfino erbe medicinali da annusare!
Tutto si può fotografare, è accessibile al 100% e al piano terra c’è tutto l’occorrente per un baby pit-stop.
Se si sceglie di fare una visita ai luoghi della storia della medicina padovana, come ad esempio il vicino teatro anatomico del Bo, una tappa al MUSME è il naturale completamento.
Per essere aggiornati sugli orari, gli eventi, le esposizioni temporanee e l’offerta didattica vi lascio il sito del Museo.
Un grazie a Maria Stefania Minervini che mi ha permesso di visitare il Museo e a Laura Caputo che mi ha accompagnato con grande entusiasmo.
Un’ultima cosa: lo sapevate che il giorno del proprio compleanno l’ingresso è gratuito?
Raccontatemi la vostra esperienza nei commenti!
Post in collaborazione con MUSME
Già col fatto che BISOGNA toccare, questo museo mi piace molto! Deve essere molto interessante: dopo aver visitato il Teatro Anatomico, è d’obbligo passare anche di qua … dall’altra parte, con la tradizione di Padova legata alla medicina, bisogna andarci!
A me è piaciuto un sacco. Credo possa essere inserito in un itinerario per smorzarne a volte la “pesantezza”. Pur essendo un museo della storia della medicina fatto in modo serio e preciso i contenuti possono essere gestiti in modo meno “serioso”!