Arrivando in via Concariola, civico 9, ci si trova davanti ad una facciata decisamente austera che nulla lascia pensare di stare per entrare in uno dei palazzi storici di Padova.
Aperto il massiccio portone ci si trova davanti ad una scritta inaspettata: Scuola media Statale “Francesco Petrarca“. Si, perché il Palazzo, che un tempo era la residenza dei signori Mussato, ora è una scuola.
Ma chi erano i Mussato?
Fonti storiche li collocano a Padova fin dal 1300 e l’origine delle loro ricchezze è sicuramente dovuta ai possedimenti di terra sparsi tra Busiago, Postumia e Lendinara.
Tra i componenti della famiglia, che si estinguerà attorno al 1850, troviamo storici, politici e notai.
Tra tutti Alberto (Albertino) Mussato, conosciuto in tutta Europa per i suoi studi giuridici, impegno politico e l’essere stato un grande storico. I suoi studi era caratterizzati non solo dall’elencazione cronologia degli avvenimenti ma soprattutto dalla loro interpretazione coerentemente con i suoi studi liviani.
Palazzo Mussato nasce su edifici preesistenti, nel 1712, a seguito all’investitura di Alvise della regia corona e del titolo di conte palatino. In quell’occasione viene aggiunta una corona allo stemma familiare già composto da un asino (musso in veneto) su campo dorato. Il progetto è attribuito a Girolamo Frigimelica che nello stesso periodo si occupa anche della chiesa del Torresino e quella di S. Lucia.
L’edificio ha una pianta ad L, si entra in un atrio a sei colonne doriche sul quale si affaccia il giardino (un tempo molto più ampio). A destra i locali usati per l’amministrazione dei beni di famiglia e a sinistra l’ingresso alla zona nobile del palazzo.
Lo scalone porta al primo piano dove, dopo un’antisala, si entra nel salone delle feste con grandi finestre che danno sul giardino interno e via Concariola. È presente, in un angolo, una piccola balaustra per i musicisti.
Sul soffitto una tela del 1760 a rappresentare una sorta di glorificazione della famiglia Mussato. L’opera è attribuita a Giambattista Crosato, seguace del Tiepolo.Essa non convince fino in fondo a causa del mancato effetto di profondità prospettica.
Su via Concariola si affaccia la sala degli specchi e degli stucchi. Alle pareti specchi incorniciati come opere d’arte: avranno preso il posto di dipinti ora non più presenti o semplicemente un modo per decorare la stanza amplificandone le dimensioni?
Gli stucchi in colori tenui in stile rococò, sono stati in parte coperti maldestramente. Le travi, fortunatamente, mantengono le decorazioni originali.
Presenti sullo stesso piano l’alcova e lo studiolo decorato con monocromie rappresentanti le varie età della donna.
Anche gli spazi che ora sono destinati alle aule scolastiche hanno il soffitto decorato. Gli studenti fanno lezione con sopra la loro testa affreschi di Zugno, Zanghi e Canal!
Negli uffici dedicati alla segreteria una particolare stufa in ghisa è utilizzata come libreria.
Che fine hanno fatto tutte le opere contenute nel palazzo? Nel 1849 muore Alvise, ultimo discendente della famiglia e l’edificio, con i suoi contenuti, sono stati vinti all’asta dal Comune di Padova. Tele e stucchi sono diventanti una delle prime collezioni presenti nei Musei Civici degli Eremitani.
Prima di diventare sede della scuola media “Petrarca” è stata prima una caserma, ha ospitato poi l’istituto femminile “Scalcerle” (1877), fino alla destinazione finale degli anni ’40.
Passando da una stanza all’altra il mio pensiero andava agli studenti e al fatto che hanno la fortuna di passare gran parte della giornata circondati dalla bellezza. E quanti insegnati di arte possono fare lezioni dal vivo senza spostarsi poi tanto dalla loro cattedra?
Inutile nascondere che negli anni si sono susseguiti interventi non proprio azzeccati e spesso poco rispettosi del luogo. Non mi riferisco solo a “mani di pittura” dati a casaccio fino coprire i colori originali ma anche gli interventi di adeguamento come impianto elettrico, riscaldamento e antincendio. Si, indispensabili per rendere fruibile il palazzo ma fatti con poco amore. Visti dove sono i bocchettoni dell’impianto di antincendio?
Una piccola curiosità.
La famiglia Mussato era nota per la passione per il gioco d’azzardo tanto che Giulio Antonio mise una lapide di ammonimento (originariamente in un altro palazzo): chiunque fosse trovato a sperperare i propri averi con tale vizio sarebbe stato escluso dalla eredità. Secondo le fonti storiche non servì un granché.
Per visitare Palazzo Mussato è possibile contattare direttamente la scuola o unirsi ad una visita guidata dell’associazione La Torlonga come ho fatto io.