Anche questa volta voglio portarvi in un posto fuori dagli itinerari turistici classici e probabilmente poco conosciuto anche dagli stessi padovani. Sono sicura che tutti lo conoscono di nome ma se non invitati a qualche matrimonio non ci avranno mai messo piede.
Io sono una di loro.
Arrivando all’oratorio dedicato a San Michele Arcangelo si ha la sensazione di entrare a casa di qualcuno, così circondata da case sorte in ordine sparso negli anni 60-70.
Ma cos’è e cos’era in realtà questa chiesetta di campagna?
Le origini
L’edificio di culto sorge su uno precedente risalente al VI-VII secolo, ai margini di quello che doveva essere un bosco, Salboro appunto.
Il nome di Pozzoveggiani deriverebbe da Puteus Vitaliani e Vitaliano sarebbe proprio il padre di quella che sarebbe poi diventata Santa Giustina. A lei è dedicata una delle chiese conosciute di Padova.
Sembra che alla sua morte i parenti non vollero seppellirla in città, tra le tombe dei pagani. Da qui la decisione di riporre il suo corpo in un terreno di famiglia. Forse proprio a protezione della sacralità del luogo, la chiesa fu dedicata a San Michele Arcangelo, per tradizione il protettore del luoghi di culto.
Come tutti sanno la Santa ora riposa nell’omonima chiesa in Prato della Valle ma sarebbe proprio Pozzoveggiani il suo primo luogo di sepoltura.
Nel XII secolo ne viene ribaltato l’orientamento e vengono costruite le navate laterali probabilmente per dare più spazio al numero crescente di fedeli. Questa nuova configurazione è tipica di una struttura basilicale di ispirazione bizantina. Soprattutto nella parete rivolta ad est è presente una struttura muraria a spina di pesce testimone di una conoscenza delle tecniche costruttive usate nel cantiere della Basilica di San Marco a Venezia.
Cos’è ora
La chiesa si è trasformata in un oratorio di dimensioni molto più contenute rispetto al passato. E’ rimasta solo la navata centrale.
La chiesetta di Pozzoveggiani per le sue dimensioni contenute ma dall’elevato valore storico è la perfetta location per (intimi) matrimoni.
Come si legge nel sito della parrocchia si accettano richieste anche da futuri sposi residenti altrove.
Spesso vengono organizzati eventi con musica, danze e racconti a lume di candela per esaltarne la bellezza e sensibilizzarne la tutela.
Osservando le pareti esterne ho notato delle (immagino) recenti incisioni: forse una data, il 27 novembre 1978. Nonostante le ricerche fatte non ho trovato risposta alla mia domanda.
Qualcuno ne conosce la provenienza?
Come arrivarci
Lasciate la città alle spalle e prendete la direzione di Casalserugo fino a Salboro. La giusta quantità di frecce vi guiderà alla chiesetta (l’ultima è alla vostra sinistra).
La chiesa è facilmente raggiungibile in bici, è presente una pista ciclabile ma, se proprio non riuscite a rinunciare all’auto, subito dopo a sinistra trovate un comodo parcheggio.
D’estate è sempre aperta (non è visitabile durante le cerimonie), nelle altre stagioni è consigliabile contattare il custode (per mia esperienza molto disponibile).