Villa Draghi si trova a Montegrotto Terme, alle pendici del Monte Alto, che ne fa da sfondo, con una vista splendida sulla pianura.
Di proprietà del Comune e attualmente chiusa al pubblico.
Da ottobre 2016 l’Associazione Villa Draghi ne cura l’apertura la domenica mattina. Chiedendo ai volontari il perché di tale sforzo la risposta unanime che ho ricevuto è la volontà comune di far scoprire questo loro posto del cuore a chi ancora non lo conosce ma anche di permettere a chi l’ha vissuto, chi ha lavorato in questi luoghi, di riappropriarsene almeno per breve tempo dopo oltre 40 anni.
In questo primo ciclo di aperture la visita alla villa è abbinata ad una mostra botanica al primo piano con oltre 200 piante aromatiche, medicinali e commestibili.
La “sperimentazione” ha ottenuto ottimi risultati in termini numerici e di nazionalità dei visitatori. Si spera in un’edizione primaverile.
Purtroppo gli interni sono completamente vuoti, come spesso capitava a realtà simili, gli arredi si vendevano per mantenere gli immobili, erano oggetto di furti o ancor peggio distrutti e usati come legna da ardere. Come tutte le ville probabilmente gli interni erano decorati con affreschi ma l’unica traccia rimasta è visibile in quella che era la cucina, la stanza del camino.
Intatto invece il pavimento con il tipico terrazzo alla veneziana (chiedete ai volontari l’ingrediente particolare usato per ottenere quella tonalità). Anche l’esterno era decorato con un motivo a rombi e con i colori tipici del Comune, l’azzurro e il giallo.
Ma da dove arriva un nome così curioso? Da un passato dal sapore fiabesco? Da storie fantastiche? Purtroppo no! Il suo nome deriva semplicemente dalla famiglia Draghi, ultima proprietaria del complesso.
La costruzione attuale risale solo al 1848 ma la storia di questi luoghi è ricercarsi nel più lontano 1600.
Infatti, il ricco esattore delle tasse veneziano, Alvise Lucadello, scelse S. Pietro Montagnon (l’antico nome di Montegrotto) come luogo per trascorrere i periodi estivi, non solo per godere del clima mite e favorevole di queste terre ma soprattutto per motivi economici. L’acuto contabile infatti sfrutta abilmente le terre per la coltivazione oltre ad investire in mulini ed in altre attività economiche nelle zone vicine.
La proprietà passa da erede a erede fino ad arrivare a Pietro Scapin il quale decide di abbandonare la costruzione originaria, oramai diroccata, e di costruirne una nuova. Villa Draghi, in stile gotico veneziano, ricorda con le sue merlature il Palazzo Ducale. La scelta dello stile non sarebbe dovuta solo ad un gusto personale ma soprattutto ad un modo del proprietario per riaffermare la sua venezianità in pieno contrasto con l’occupazione austro-ungarica dell’epoca.
Le ultime discendenti della famiglia Draghi sono Margherita e Giovannina, ancora ricordate dagli anziani del posto come persone gentili ma… con qualche fissa di troppo. Non amavano, infatti, farsi vedere dagli estranei, non usavano l’elettricità e pettegolezzi del tempo riportano che gli unici in grado di “sopportare” la loro compagnia erano i Gesuiti.
Fu proprio l’Ordine dei Gesuiti di Venezia ad ereditare Villa e i suoi annessi. Nel ’72 la cessione al comune di Montegrotto Terme.
La particolarità della proprietà è l’essersi mantenuta unica. Pur passando da una famiglia all’altra la Villa, il Rustico e il parco sono rimasti uniti.
Alle sue spalle si apre un parco collinare di circa 32 ettari in parziale stato di abbandono. Esso vanta una delle più grandi varietà botaniche italiane tra specie autoctone ed esotiche. Tempo permettendo, nelle giornate di apertura l’Associazione organizza una facile escursione di un paio d’ore.
Fortunatamente è stato inserito nel Piano Ambientale del Parco Regionale dei colli Euganei con lo status di “Area di interesse comune”. (Sounds good).
Il restauro del complesso è tutt’altro che concluso. Mancano purtroppo i lavori di messa in sicurezza della scala esterna e del giardino, elementi essenziali ad appetibili per chi vuole organizzare eventi in un posto come questo.
Ah, una piccola curiosità: i vostri pet sono i benvenuti!
I cenni storici sono stati tratti da “I frammenti di Storia di Villa Draghi” di Claudio Grandis, in caso di errori o inesattezze sono a disposizione.
Grazie per questa nuova chicca. Molto belle anche le foto
Grazie mille Laura!
Villa draghi la conosco da almeno 20 anni, è uno dei prati “padovani” per prendere il sole d’estate, le piccole cime del monte alto sono una vera delizia con la bella stagione, vengono infatti prese d’assalto tanto da non trovare parcheggio (provate a passare un 15 agosto…).
Personalmente ho studiato qualche esame universitario nel silenzio infrasettimanale ed ho gustato piu’ volte il giro del Monte alto (dietro c’è anche una bella cava). Anni fa entravo nella villa, in stato di abbandono, per curiosare come era l’edificio. Sono molto felice di quanto bella sia diventata con il restauro, tornerò a curiosare….
Condivido pienamente il tuo pensiero. Spero venga rivalorizzato come si deve.
Dalla primavera prevedo belle novità! 😀