Tra le opere del Palladio ci sono palazzi, chiese e soprattutto ville. Tra le più belle del Veneto c’è sicuramente Villa Emo.
Villa Emo è a Fanzolo di Vedelago (Treviso). La si può raggiungere in auto o se volete trascorrere la vostra giornata o pomeriggio in lentezza si può usare anche il treno. La stazione è a due passi. La Villa è composta dal corpo centrale, le barchessa laterali e infine un grande parco.
Villa Emo
Quello che mi ha colpito alla prima occhiata è stata sicuramente la rampa di accesso al piano rialzato. Ora non è accessibile ma ci ricorda la funzione delle ville venete, questa in particolare. Sicuramente vanto e un modo di dimostrare il potere da parte delle famiglie nobili veneziane ma soprattutto un luogo di produzione agricola. Quindi nessuna scala esterna imponente con pure funzioni estetiche ma un modo di accesso alla villa per i mezzi agricoli, per la consegna dei prodotti o il luogo per essiccare le colture.
La facciata non offre molte decorazioni. Oltre alle colonne doriche, è evidente solo lo stemma della famiglia Emo sorretto da due vittorie alate. La pianta della villa è quadrata e su tre livelli come da tradizione Palladiana. Gli spazi sono distribuiti in modo armonioso e secondo precise proporzioni. Come già notato in un’altra villa palladiana, Villa Cornaro, le scale interne sono nascoste. Utili e funzionali ma non da mostrare! https://www.arcobalenoblue.it/villa-cornaro-gable/ Gli affreschi sono di Giovan Battista Zelotti e risalgono al 1565 circa. In quell’anno si unirono in matrimonio Leonardo Emo (committente della villa) e Cornelia Grimani e molto probabilmente per quella data gli affreschi dovevano essere già pronti. I soggetti sono diversi: alcuni ispirati alla storia romana, altri riportano scene della cristianità ma soprattutto si rifanno a Le Metamorfosi di Ovidio. Il salone centrale è decorato con finte colonne e che dire delle quattro figure che sembrano appoggiate ai cornicioni di cui si intravede l’ombra delle gambe a penzoloni? Nulla è in rilievo ma l’effetto è sorprendente! Ai lati del salone troviamo la stanza di Ercole, la stanza di Venere, le più grandi, e via a scalare la stanza delle Arti, quella di Giove e Io e infine i Camerini delle grottesche (orientali e occidentali). Ognuna è diversa dalle altre per tema degli affreschi e per stile.
Le barchesse di Villa Emo
Nella versione attuale sono unite al corpo centrale ma nella concezione del Palladio erano collegate solo da alcuni archi. Le strutture laterali non poggiavano sulla villa e questo era pensato sia per permettere una visione della parte retrostante che per sottolineare la loro destinazione umile. Esse erano abitate dai contadini, erano il ricovero degli attrezzi, il deposito delle merci e le cantine. Utili e indispensabili per l’attività agricola ma su un piano staccato rispetto alla famiglia nobile. E questo doveva essere percepito anche visivamente.
Il parco di Villa Emo
Ora è uno spazio dove lasciar correre i bambini, passeggiare mano nella mano con la persona amata o per farsi precedere dal nostro cane inebriato dai mille profumi. Al tempo dei primi abitanti era sicuramente diverso. Certamente bello e armonioso ma doveva produrre i suoi frutti. Nel 1500 le ville venete erano, si, residenze dove accogliere gli ospiti ma erano principalmente aziende agricole e dovevano rendere. Solo dal 1700 la loro funzione cambia: da luoghi produttivi a luoghi da vivere e da esibire! Anche gli spazi esterni vengono ripensati: il brolo e le altre aree vicine alla villa si trasformano in giardini con aiuole, viali, ponticelli e statue. Meno produttivi ma di certo belli da vedere.
Visitare Villa Emo
Il complesso di Villa Emo è visitabile quasi interamente (sono escluse, per ovvie ragioni, le stanze destinate agli ospiti). Nel sito trovate tutte le informazioni relative a prezzi, orari e soprattutto il calendario eventi aggiornato. Villa Emo, infatti, è periodicamente teatro di concerti, eventi enogastronomici, incontri con l’autore e molto altro. Per i più esigenti è possibile anche affittare la villa per un proprio evento (un matrimonio magari?) o soggiornare nelle stanze a disposizione nelle barchesse. Quanto mi piacerebbe provare l’esperienza, sognare non costa nulla!
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