Non solo una villa ma un vero e proprio punto di riferimento per il territorio.
Spesso Villa Roberti e Brugine vengono accomunate ad un’unica cosa: il mercatino. Se anche voi la pensate così con questo post spero di farvi cambiare idea.
Storia della villa
Siamo a metà del 1500 e i signori Roberti, ricca famiglia di Reggio Emilia, decidono di costruire per il nipote prossimo alle nozze una villa sui ruderi di una costruzione medioevale (salveranno solo la torre ma di questa vi racconto dopo). Il complesso già da molti anni era diventato una grande azienda agricola, del resto pur avendo il gusto del bello ancor di più era la voglia di arricchirsi con l’attività più remunerativa che il territorio poteva offrire: l’agricoltura.
La ricchezza doveva essere sbandierata ai quattro venti e quindi come architetto per il progetto sceglie Andrea da Valle. Un architetto molto conosciuto al tempo e tra le sue opere troviamo Villa dei Vescovi di Luvigliano, l’Abbazia di Santa Giustina e la Certosa di Vigodarzere. Per gli interni si rivolge ad un trio di pittori veronesi: Zeloti, Veronese e Fasolo. Del Veronese si è dibattuto molto sulla paternità delle opere ma ad oggi, per gli storici dell’arte, è inconfondibile il suo stile nelle decorazioni presenti nelle sovrapporte del salone.
Villa Roberti a Brugine oggi
La villa si compone di 3 livelli. Il primo, come da consuetudine, è il piano nobile. Si incontra il salone con decorazioni ispirate all’età classica, un must have dell’epoca, con scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio. Potrei raccontarvi per ore della meravigliosa armonia delle figure rappresentate ma preferisco invitarvi ad ascoltarlo direttamente dalla voce di Alessandra durante la visita che deciderete sicuramente di fare. Tra gli altri ambienti dello stesso piano, ma più raccolti, abbiamo dei salottini, la cappella sconsacrata ( vi lascio scoprire il perché), una stanza da letto e la biblioteca.
Una scala di epoca più moderna (l’originale era strettissima e in legno) porta al piano superiore originariamente destinato al granaio. Grandi spazi che si alternano ad altri più contenuti che servivano per le mansioni contabili o per attività decisamente più goderecce. Se camminando sentite il pavimento vibrare sotto i vostri piedi non preoccupatevi. È il normale effetto delle tecniche costruttive del tempo!
In fine al piano terra una cucina comune e un altro piccolo appartamento.
Oltre la villa
La villa è solo una parte di ciò che si nasconde dietro a quel portone di legno. Cosa aspettarsi?
Un parco su due livelli con dei posticini niente male per godersi in tranquillità un aperitivo, una cena o una cerimonia.
Il brolo riscoperto ora accoglie una giovane vigna ma che racconta di tradizione in ogni suo particolare.
L’immancabile barchessa, lo spazio di lavoro nato per il ricovero degli attrezzi agricoli e le indispensabili barche per il trasporto del raccolto ma il cui uso oggi deve essere ripensato con uno sguardo rivolto al futuro.
E infine, la torre medioevale che spicca ma che al tempo stesso è un’armoniosa cornice alla villa.
Tra passato e futuro
Siamo sinceri e concreti: ad oggi una villa veneta del 1500 o si trasforma in un museo il cui unico scopo è quello di essere visitato o si pensa ad una nuova destinazione che porti il passato in un presente mutandolo in un nuovo luogo vivo.
Immaginare e dare nuova destinazione a Villa Roberti è proprio quello che si è fatto e che si sta continuando a fare con i progetti e la visione della giovane cooperativa Mutevoli Forme. Diverse sono le attività proposte ma tutte con al centro la cultura. Il gusto della conoscenza, il rispetto per la natura, l’amore per la bellezza, il piacere dei ritmi lenti, e il piacere dell’accoglienza sono i valori che mettono in tutte le attività che propongono.
Spettacoli musicali e teatrali ma anche spazi per convention e turismo sostenibile per scoprire in lentezza un territorio fatto di verde e acque. Sapete vero che la laguna non è poi così distante da Villa Roberti?
Dopo averla visitata ho capito che questo è sia un punto di arrivo che un punto di partenza. Villa Roberti a Brugine è un punto di arrivo perché è un luogo di attrazione della zona, un luogo dove portare attività culturali come teatro e concerti di alto livello per permettere agli abitanti delle vicinanze di goderne senza spostarsi nei centri più vicini come Padova, Venezia e io aggiungerei anche Piove di Sacco (non a caso detta la città della Cultura).
Ma Villa Roberti è anche un punto di partenza per la scoperta del territorio. Una terra chiamata la Saccisica, una zona che abbraccia 10 comuni, da Polverara fino Codevigo passando per Piove di Sacco (e Brugine naturalmente).
Vi avevo promesso di raccontarvi della torre. Ebbene, la torre medioevale è uno degli appartamenti che si possono affittare! E dall’ultimo piano si gode un bellissimo panorama in un’atmosfera speciale. Salendoci e affacciandomi da quelle finestre mi sono sentita anch’io un po’ una delle signore Roberti.
Ecco, da un posto così io non ci uscirei più! E finalmente una storia positiva dove il passato s’incrocia col futuro: una villa non abbandonata a sé stessa ma recuperata e resa nuovamente vivibile. ♡♡
È stata proprio la sensazione che ho provato io: essere in un posto vivo!